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Filatoio continuo ad aletta a quattro fusi (MD)

Alexander Neuwahl

2005

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Video
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f.1050 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio 2025, 11:13

Tra le soluzioni per meccanizzare il processo della filatura, Leonardo concepì un filatoio a più fusi, capace di torcere e allo stesso tempo avvolgere il filo sulla bobina, un sistema che anticipa quello applicato in Inghilterra durante la Rivoluzione Industriale.

La macchina è dotata di una serie di meccanismi che trasformano il moto circolare in moto rettilineo alternato. Il fuso ad aletta compie un movimento di va e vieni che assicura una distribuzione automatica e uniforme del filato sulla bobina e un moto rotatorio che garantisce la torsione del filo. L’innovazione è data dal movimento di va e vieni del fuso che, evitando l’interruzione del lavoro dovuta al passaggio manuale del filo da un gancio all’altro dell’aletta, consentiva alle filatrici di avere entrambi le mani libere per svolgere altre operazioni.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno, ferro e cuoio
Misure
Larghezza: 102,5 cm, Lunghezza: 213 cm; Profondità: 100 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1050 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2025, 09:36

Escavatrice

Realizzato da
IBM Italia

1952

Questa macchina serviva a sollevare e a trasportare il materiale di scavo utilizzando due o più bracci di lunghezza differente, che permettevano di lavorare contemporaneamente su diversi livelli.
Il modello presenta un’asse verticale, attorno alla quale ruotano i bracci posti orizzontalmente; alle estremità di questi bracci si trovano delle carrucole che consentono la salita e la discesa dei recipienti adibiti al trasporto del materiale di scavo. Il movimento dei recipienti è regolato attraverso delle corde passanti per una carrucola centrale di comando. I recipienti hanno la forma di una cassetta rettangolare e il loro fondo è diviso per la lunghezza in due segmenti liberi trattenuti lungo l’asse centrale da cerniere metalliche o da strisce di cuoio; essi sono inoltre muniti di zampe per l’appoggio sul terreno e queste sono posizionate in modo da superare la larghezza dei segmenti del fondo.
Le estremità esterne di tali segmenti sono collegate, per mezzo di cordicelle passanti per appositi fori, ad un gancio che tiene sospeso il recipiente. Le cordicelle, tenute tese dal peso dello stesso recipiente, permettono ai due segmenti del fondo di rimanere chiusi trattenendo il materiale che vi viene deposto. Nel momento in cui i recipienti scendono e si appoggiano con le zampe sul terreno, la tensione delle corde si esaurisce ed il peso del materiale provoca l’apertura automatica in basso dei due segmenti del fondo con relativo svuotamento dei recipienti; quando questi vengono risollevati il fondo torna automaticamente a chiudersi.
La macchina, trainata da una corda collegata a distanza con un argano orizzontale a vite e madrevite, poteva avanzare sul terreno scorrendo su delle apposite ‘guide’; in questo modo essa non aveva bisogno di essere smontata man mano che lo scavo procedeva.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno, corda
Misure
Larghezza: 148 cm, Lunghezza: 214 cm; Profondità: 110 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 4 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio 2025, 11:30

Elevatore a vite senza fine

Luigi Boldetti

1973

Nella progettazione di questo sistema di sollevamento che impiega una vite senza fine, Leonardo inserisce un cuscinetto a sfere per la riduzione dell’attrito. L’attrito era infatti uno dei maggiori problemi che i costruttori di macchine dell’epoca dovevano affrontare, dal momento che influiva negativamente sia sulla funzionalità sia sulla durata nel tempo della macchina stessa.

 

Il peso da sollevare applicato alla grossa vite verticale, che scorre entro una madrevite anulare e orizzontale, che fatta ruotare da una manovella, costringe la vite a innalzarsi col peso.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno, ferro, corda
Misure
Larghezza: 86,5 cm, Lunghezza: 49,5 cm; Profondità: 28 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice di Madrid I, f. 26 r
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000025
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, secondo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio 2025, 11:34

Elemento a catena

Fausto Colombo, Giorgio Valentini

1991

Ispirandosi ad alcuni disegni contenuti nel Codice Atlantico e nel Codice di Madrid I, sono stati ricostruiti, entro un’intelaiatura di legno, due tipi diversi di catene.
Le riproduzioni ingrandite delle maglie delle catene mostrano che entrambe sono costituite da una serie di elementi collegati tra loro tramite perni. Nel caso in cui la catena venga utilizzata in una carrucola per il sollevamento dei pesi, essa risulta più resistente della corda, dal momento che può essere afferrata tra i denti di un ingranaggio.
Alcune volte Leonardo rappresenta dei pesi attaccati alle estremità della catena, i quali suggeriscono un impiego per la trasmissione di un moto discontinuo ad una sola ruota dentata; questa soluzione può essere applicata a meccanismi a scatto come quelli degli orologi.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato
Misure
Larghezza: 80 cm, Altezza: 160 cm Profondità: 80 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 987 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, secondo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile 2025, 11:48

Dodecaedro stellato pieno

Fausto Colombo

1983

Il modello è tratto dalle illustrazioni eseguite da Leonardo per il trattato di Luca Pacioli De divina Proportione edito a Venezia nel 1509.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato
Luogo di conservazione
Deposito
Collocazione
Museo Leonardiano, deposito

Dispositivo per rizzare antenne o pali

Luigi Boldetti

1978

Il dispositivo progettato da Leonardo era utilizzato nei cantieri del Rinascimento per trainare, sollevare e posizionare verticalmente antenne o pali, utilizzati  per costruire impalcature o grandi macchine da sollevamento.

Il palo viene spostato su ruote e poi issato con le funi collegate a due argani. Nel disegnare questa macchina, Leonardo si domanda se per sollevare la pertica sia preferibile la trazione obliqua o quella orizzontale, preferendo poi quest’ultima che richiede uno sforzo costante e minore.
Non sappiamo se Leonardo abbia inventato o solo perfezionato questo dispositivo, ma, dalle note a commento del disegno, è chiara la sua costante ricerca di soluzioni in grado, da un lato, di ottimizzare il funzionamento delle macchine e, dall’altro, di ridurre lo sforzo dell’uomo.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato, ferro e filo di cotone
Misure
Altezza: 80 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Madrid I, f. 43 r
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000031
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio 2025, 12:00

Dispositivo di arresto per binatura automatica della seta

Realizzato da
Università di Firenze, Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Tecnologie industriali

2003

Nella sua ricerca di soluzioni per aumentare la produttività del settore tessile, Leonardo progettò un binatoio dotato di un geniale dispositivo in grado di arrestare immediatamente la macchina qualora uno dei fili si fosse spezzato durante il processo di binatura in cui essi vengono accoppiati per aumentarne la robustezza.

Dalle rocchelle in alto i fili passano attraverso un guidafili, scorrono sulla rondella fissata all’asta mobile al centro e, mentre il fuso gira, si distribuiscono accoppiati sulla bobina. Se uno dei fili si rompe, la rondella cade all’indietro e l’asta con l’estremità a elle su cui è montata, va ad incastrarsi fra le stecche del meccanismo a lanterna, arrestando la rotazione del fuso e impedendo l’avvolgimento di un solo filo sulla bobina. Questo concetto di casse-fil, letteralmente rompi filo, si applica oggi in molte macchine per la filatura e la tessitura.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno, ferro, filo di seta
Misure
Larghezza: 35 cm, Altezza: 109 cm; Profondità: 20 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 103 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2025, 10:22

Dispositivo anti frizione

Pascal Brioist

2009

Leonardo per sostenere e far oscillare le campane ideò un particolare meccanismo capace di ridurre notevolmente l’attrito. La soluzione da lui proposta somiglia in modo incredibile al dispositivo antifrizione ancora oggi utilizzato per la campana, detta Mutte, della Cattedrale francese di Saint-Etienne a Metz.

Tale dispositivo, qui ricostruito in scala 1:2, è costituito da un robusto sostegno di ferro di forma triangolare, supportato, a destra e a sinistra, da due organi a settore di cerchio. Al centro un piccolo cilindro rappresenta l’asse su cui poggia la campana. Quando la campana oscilla per suonare, l’asse, invece di scorrere, rotola sui sostegni mettendoli in movimento. Come si può dunque spiegare questa sorprendente somiglianza? Probabilmente Leonardo raccolse alcune informazioni sulla campana di Metz e le utilizzò come spunto per i propri studi sull’attrito. I suoi elaborati sono la testimonianza di come il sapere tecnico allora circolasse in tutta Europa.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Ferro
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f.1086r
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 27 Novembre 2024, 16:02

Cuscinetto volvente reggispinta

Realizzato da
Etruria Musei

2010

Leonardo si applicò con grande cura alla progettazione di cuscinetti volventi reggispinta: meccanismi per attenuare ed eliminare l’effetto usurante dell’attrito nelle macchine in movimento.

Il modello è costituito da una piattaforma circolare sulla quale sono poste ad anello otto sfere intervallate da altrettanti rocchetti concavi ruotanti e perfettamente aderenti ad esse. Le sfere, libere di roteare senza urtarsi, sono tenute insieme dai rocchetti che impediscono loro di uscire dalla loro sede.
Incredibilmente moderni, i cuscinetti, generalmente chiamati “a sfere”, sono oggi ampiamente utilizzati in tutte le macchine con organi in movimento.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato
Misure
Altezza: 17 cm; Diametro: 6.5 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Madrid I, f. 20 v
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2025, 11:07

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