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Cambio di velocità ad ingranaggio conico e cilindrico

Realizzato da
IBM Italia

1952

In questi dispositivi un ingranaggio a lanterna mette in movimento tre ruote dentate. I loro differenti diametri fanno sì che queste ruotino a diverse velocità. Lo studio di Leonardo mette a confronto due possibilità: in un caso, l’ingranaggio a lanterna è cilindrico, le tre ruote hanno denti tutti uguali e assi di rotazione differenti per ciascuna. Nel secondo caso, la forma conica dell’ingranaggio a lanterna determina dentature differenti per ciascuna ruota, consentendo però l’impiego di un unico asse di rotazione comune. Con un principio analogo è realizzato il cambio delle odierne automobili.

Il modello con ingranaggio a lanterna conico è presentato in due esemplari, frutto di due diverse interpretazioni, la prima del 1952, la seconda del 1983.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato dipinto
Misure
Larghezza: 37 cm, Lunghezza: 50 cm; Profondità: 60 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 77 v
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, secondo piano

Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio 2025, 12:08

Cambio a tre rapporti

Fausto Colombo

1983

Il modello è composto da tre rapporti selezionabili. Un ingranaggio a lanterna a forma di tronco di cono è impegnato su tre ruote dentate di diverso diametro. È proprio questo rocchetto a lanterna, azionato da una manovella, che trasmette il movimento alle tre ruote dentate. Queste ruote hanno diversa velocità corrispondente al tempo impiegato per compiere un’intera rotazione. Il congegno schematizzato nel modello poteva essere applicato a vari tipi di macchinari.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno di cirmolo intagliato
Misure
Larghezza: 75 cm, Lunghezza: 75 cm; Profondità: 75 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f.77v
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, secondo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio 2025, 12:16

Leonardo progetta diverse soluzioni per automatizzare il processo di battitura dei metalli preziosi, ovvero il lavoro che il battiloro svolgeva manualmente nella sua bottega per ridurre l’oro e l’argento in lamine sottilissime utilizzate per produrre filati e dorare cornici e dipinti. Uno dei suoi progetti più sorprendenti è il battiloro meccanico, che funziona facendo girare la ruota motrice in grado di azionare contemporaneamente una serie di congegni e automatismi costituiti da carrucole, ruote dentate e contrappesi.

Alla base del battiloro, il metallo scorre sull’incudine ed è battuto dal maglio, azionato da un congegno collegato con la parte superiore della macchina. Nelle intenzioni di Leonardo, probabilmente, il battiloro era destinato alla produzione di filati auroserici, ottenuti avvolgendo la listarella d’oro o d’argento su di un filo di seta.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno, ferro, cuoio, corda, piombo e lamino d'oro
Misure
Larghezza: 123 cm, Lunghezza: 250 cm; Profondità: 140 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 29 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2025, 11:13

Battello con sistema propulsivo di ruote a pale

Realizzato da
Università di Firenze, Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Tecnologie industriali, Realizzato da
Etruria Musei

2010

Riprendendo gli studi dei suoi predecessori, Leonardo sviluppò l’idea di un battello spinto da pale rotanti, dotato di meccanismi in grado di aumentare la velocità di navigazione e il carico trasportabile rispetto alle tradizionali imbarcazioni a remi o a vela.

II battello si muove mediante tre coppie di ruote a pale mosse da manovelle azionate dall’uomo. L’ingranaggio della ruota dentata e del rocchetto assicura un’ottima prestazione moltiplicando i giri delle pale.
Per rendere più uniforme la rotazione e alleggerire così il lavoro degli operatori, Leonardo introduce dei volani: grosse ruote collegate direttamente alle manovelle. Queste girando accumulano l’energia meccanica e la rilasciano nelle fasi di carenza.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno
Misure
Larghezza: 101 cm, Altezza: 24 cm; Profondità: 26 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1063 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei Conti Guidi, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2025, 12:01

Concepito da Brunelleschi per il cantiere della cupola del Duomo di Firenze, l’argano leggero era utilizzato per issare carichi poco pesanti e poteva sollevare un peso di 1.200 kg alla velocità di 3 metri al secondo. La macchina è messa in movimento da quattro uomini che, spostando le due pertiche orizzontali, azionano una grande ruota dentata ingranata su di una ruota verticale dotata di innovativi cuscinetti cilindrici antifrizione. Le corde di sollevamento, una sostenente il carico e l’altra il contrappeso, si avvolgono sul tamburo centrale e, grazie alla puleggia inserita nella ruota orizzontale, possono scorrere verso l’alto senza intralciare il movimento delle pertiche.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato ,ferro, corde in cotone, pietra
Misure
Larghezza: 101 cm, Lunghezza: 72 cm; Profondità: 43,5 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f.105 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000028
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio 2025, 11:17

Argano a tre velocità

Ladislao Reti, Nino Terreni, Federico Antonello

1964

Ideato da Filippo Brunelleschi verso il 1420, questo argano fu utilizzato nel cantiere della cupola del Duomo di Firenze per sollevare e abbassare carichi molto pesanti.

La macchina, composta da un’intelaiatura lignea ancorata a terra, è azionata grazie ad una coppia di buoi che, girando in cerchio, muovono un albero motore con un dispositivo a vite senza fine collegato a due ruote orizzontali. Grazie all’ingranaggio a vite senza fine era possibile cambiare il senso di rotazione dell’argano e quindi far salire o scendere il carico, senza dover staccare i buoi dal giogo. Altra particolarità della macchina è la presenza di tre tamburi, ovvero assi cilindrici sui quali si avvolgono e si svolgono le corde per sollevare o abbassare i carichi, aventi ognuno un diametro diverso e quindi in grado di produrre velocità e forze differenti a seconda del peso da gestire.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato tornito, corde di cotone, ottone, pietra e rame
Misure
Larghezza: 96 cm, Lunghezza: 86,5 cm; Profondità: 57,7 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1083 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000027
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio 2025, 11:18

Argano a martelli

Luigi Boldetti

1968

Leonardo per sollevare pesi pensa ad un sistema di martelli che agiscono per forza di colpo.

Girando due apposite manovelle, si aziona un tamburo dentato che, grazie alle sue sporgenze, fa alternativamente alzare e ricadere in successione i singoli martelli. Colpo dopo colpo i martelli fanno girare la ruota e con questa il tamburo al quale è attaccato il peso.
Per impedire lo srotolamento della fune e l’inevitabile caduta del peso, Leonardo adotta un meccanismo di sicurezza costituito da un’asta obliqua che si incastra perfettamente nei denti della ruota.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato, metallo, corda
Misure
Larghezza: 67 cm, Lunghezza: 68 cm; Profondità: 38 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Madrid I, f. 92 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000030
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2025, 10:21

Architronito

Realizzato da
IBM Italia

1952

Sviluppando un’idea di Archimede, Leonardo progettò l’architronito, un cannone in grado di sparare proiettili utilizzando il vapore come forza propulsiva.

Nel modello, la culatta del cannone è posizionata all’interno della gabbia metallica che viene riempita di carboni ardenti. L’acqua è invece contenuta nel serbatoio quadrangolare e viene fatta scorrere verso la camera sottostante dove, a contatto con la canna arroventata del cannone, si trasforma in vapore generando così la pressione necessaria a sparare il proiettile. L’architronito è montato su due ruote per facilitarne lo spostamento sul campo di battaglia e dotato di un’asta posteriore per contenere il rinculo generato dallo sparo.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno intagliato/dipinto e ferro
Misure
Larghezza: 49 cm, Lunghezza: 135 cm, Profondità: 27 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Ms. B di Francia, f. 33 r
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000010
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2025, 10:35

Apparecchio per tirare

Luigi Boldetti

1971

Leonardo, con tratto preciso e netto, disegnò nei minimi dettagli un curioso apparecchio per spostare contemporaneamente delle aste o pertiche.

Il modello, è costituito da una piattaforma circolare, forata al centro, su cui sono disposte a raggiera due file di pulegge: fisse quelle esterne e mobili quelle interne.
Le aste da tirare sono assicurate alle pulegge interne. Girando la manovella, le corde che passano all’interno delle carrucole muovono le aste e le raddrizzano.  È probabile che Leonardo pensasse di utilizzare questo apparecchio nel campo della manifattura tessile.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato, metallo, corda
Misure
Larghezza: 61 cm, Altezza: 48 cm; Profondità: 63 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Madrid I, f. 44 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000046
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2025, 10:58

Realizzato nel 1938, questo modello rappresenta uno dei progetti più noti di Leonardo, a lungo interpretato come una prima anticipazione del moderno elicottero.

La vite è costituita da una tela di lino a forma di spirale disposta intorno ad un albero centrale, innestato su una piattaforma circolare. La macchina si aziona grazie alla forza di un gruppo di uomini che, correndo sulla piattaforma, spingono le barre orizzontali collegate all’albero centrale.
Questo progetto si colloca nell’ambito degli studi sulle caratteristiche fisiche e chimiche dell’aria, quando Leonardo realizza che essa è comprimibile ed ha un suo spessore materiale e che, pertanto, un dispositivo a forma di vite, ruotato velocemente, può sollevarsi in volo avvitandosi nello spessore dell’aria, proprio come una comune vite in un altro materiale.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno, ferro
Misure
Larghezza: 135 cm, Lunghezza: 49 cm; Profondità: 27 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Manoscritto di Francia B, f. 83 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000006
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Opere correlate

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio 2025, 11:55

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