Icona che richiama un banner d'attenzione

ATTENZIONE: La biglietteria del Museo Leonardiano si è temporaneamente spostata in Via Montalbano 1, accanto all’Ufficio Turistico di Vinci.

Ruota perpetua idromeccanica

Alexander Neuwahl, Andrea Bernardoni

2024

Tra i molti tentativi di Leonardo di immaginare una macchina dal moto perpetuo, questa ruota si distingue per l’originale impiego di pistoni e liquidi in un circuito chiuso, regolato da un meccanismo orologiero.

Descritta nel foglio 1062 v del Codice Atlantico, la ruota perpetua idromeccanica è composta da una struttura rotante su cui sono montati, in posizione ortogonale, due dispositivi a pistoni. Ogni dispositivo comprende una coppia di cilindri contrapposti, uniti da un condotto idraulico a forma di “S”, entro cui si muovono pistoni mobili. Durante la rotazione, il peso dei pistoni spinge il liquido da un cilindro all’altro, generando uno squilibrio dinamico che alimenta il movimento della ruota.

 

Leonardo ipotizza di poter installare fino a quattro moduli sullo stesso asse, con un impulso ogni 30 gradi di rotazione. In una nota aggiunge anche la possibilità di utilizzare tre moduli, sfalsati di 60 gradi. Colpisce l’attenzione al dettaglio tecnico: per evitare che il cuoio dei soffietti si deteriori a contatto con l’acqua, Leonardo suggerisce l’uso del vino come fluido.

 

Il sistema è completato da uno scappamento a foliot, lo stesso meccanismo usato negli orologi dell’epoca, per regolare la velocità di rotazione. Una versione simile della ruota compare anche nel Codice di Madrid I (f. 74 r), dove Leonardo definisce questo congegno “moto soffistico”, ovvero teoricamente affascinante, ma impossibile da far funzionare nella realtà.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno, ferro e cuoio
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1062 v
Collocazione
Museo Leonardiano, Palazzina Uzielli, primo piano

Madonna col Bambino e San Giovannino

Giovanni della Robbia

1523

La grande pala in terracotta invetriata raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino fu commissionata nel 1523 da Giovacchino di Filippo Macinghi, podestà di Vinci. Lo testimoniano chiaramente l’iscrizione e gli stemmi sulla predella: ai lati, l’arme del comune di Vinci con il castello turrito, al centro, quella gentilizia dei Macinghi.
Artefice della scultura fu Giovanni della Robbia, figlio del celebre Luca, inventore di questa originale e fortunata tecnica artistica che prevedeva l’utilizzo in seconda cottura di smalti stanniferi ed ossidi metallici in grado di donare all’opera una grande lucentezza e un’ottima resistenza al tempo e agli agenti atmosferici. Il gusto decorativo e coloristico di Giovanni, è evidente nel motivo a piastrelle che fa da sfondo alla Sacra Rappresentazione incorniciata da una variopinta cornice a festoni di foglie, frutti e fiori.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Scultura
Collezione
Materiale
Terracotta invetriata
Misure
Altezza: 207 cm; Larghezza: 117 cm.
Luogo di conservazione
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000040
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei Conti Guidi, primo piano

Imbarcazione con ruote a pale e sistema di pale a vento

Realizzato da
Università di Firenze, Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Tecnologie industriali, Realizzato da
Etruria Musei

2010

Il modello è tratto da un disegno di un anonimo cinquecentesco che probabilmente copiò un progetto di Leonardo. L’imbarcazione si muove grazie ad un originale sistema di tre coppie di pale: le ruote più grandi, messe in movimento dal vento, azionano quelle più piccole per mezzo di ruote a pioli, rocchetti e un sistema biella manovella.

Il progetto di questo natante, nasce dalle suggestioni esercitate dalla misteriosa imbarcazione, detta Badalone, che Filippo Brunelleschi realizzò per trasportare i marmi da Pisa a Firenze. La nave, che non disponeva né di remi né di vela, si inabissò in Arno nel tratto compreso tra Castelfranco di Sotto ed Empoli.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno
Misure
Larghezza: 60 cm, Altezza: 44.5 cm; Profondità: 41.5 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Anonimo, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, n. 4085
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei Conti Guidi, primo piano

Imbarcazione anfibia con ruote sagomate

Realizzato da
Università di Firenze, Facoltà di Ingegneria, Dipartimento di Meccanica e Tecnologie industriali, Realizzato da
Etruria Musei

2010

Disegnata dall’ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini, questa imbarcazione anfibia con ruote sagomate serviva per navigare le acque basse e palustri.

La barca, poteva all’occorrenza trasformarsi in un mezzo ibrido per superare le secche sabbiose e i depositi di fango che si creavano negli alvei dei fiumi durante i mesi di siccità. Le ruote esterne, simili ad un moderno trattore, consentivano al veicolo di avanzare facendo presa sul terreno melmoso.
Probabilmente Francesco, trae spunto dalle imbarcazioni utilizzate nelle “naumachie”, gli spettacoli di epoca greca e romana che mettevano in scena delle vere e proprie battaglie navali. Tali barche erano infatti dotate di ruote per essere facilmente trasportate nelle arene.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno
Misure
Larghezza: 45 cm, Lunghezza: 13 cm; Profondità: 33 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Francesco di Giorgio Martini, Ms. Magliabechiano II.1.141, f. 222r
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, primo piano

Leonardo per sostenere e far oscillare le campane ideò un particolare meccanismo capace di ridurre notevolmente l’attrito. La soluzione da lui proposta somiglia in modo incredibile al dispositivo antifrizione ancora oggi utilizzato per la campana, detta Mutte, della Cattedrale francese di Saint-Etienne a Metz.

Tale dispositivo, qui ricostruito in scala 1:2, è costituito da un robusto sostegno di ferro di forma triangolare, supportato, a destra e a sinistra, da due organi a settore di cerchio. Al centro un piccolo cilindro rappresenta l’asse su cui poggia la campana. Quando la campana oscilla per suonare, l’asse, invece di scorrere, rotola sui sostegni mettendoli in movimento. Come si può dunque spiegare questa sorprendente somiglianza? Probabilmente Leonardo raccolse alcune informazioni sulla campana di Metz e le utilizzò come spunto per i propri studi sull’attrito. I suoi elaborati sono la testimonianza di come il sapere tecnico allora circolasse in tutta Europa.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Ferro
Misure
Larghezza: 54 cm, Altezza: 57 cm; Profondità: 5 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1086 r
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Tutte le macchine di Leonardo, da quelle più semplici a quelle più complesse, sono costituite da elementi meccanici che, collegati tra loro, consentono di trasmettere e trasformare il moto.

Il meccanismo esposto rappresenta una delle soluzioni più semplici per convertire il moto da alternato a continuo. Una leva motrice, mossa avanti e indietro, aziona due aste parallele facendole muovere contemporaneamente prima in una direzione poi in quella contraria. Le due aste, munite di denti tagliati in direzioni opposte, ingranano alternativamente la ruota posta al centro del meccanismo. La ruota, come dice Leonardo, si muoverà dunque sempre “per un solo verso”, spinta dall’azione alternata delle due aste.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Materiale
Legno intagliato, parzialmente dipinto, ferro battuto
Misure
Larghezza: 70 cm, Altezza: 54.5 cm; Profondità: 30 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice di Madrid I, f. 123 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000036
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Nell’ambito delle ricerche sul volo librato, Leonardo studia il moto dell’aria e le correnti aeree per capire come possano interagire con le macchine volanti.

Questo strumento, pensato per sperimentare il movimento dell’aria e dell’acqua, è costituito da due tavolette di legno poste a squadra: su quella verticale si inseriscono due coni forati della stessa lunghezza, ma di diversa apertura; su quella orizzontale sono fissati due supporti verticali che sostengono l’asse di una ruota a lamelle attorno al quale è avvolta una corda con due pesi alle estremità.

La tavoletta verticale si pone nella direzione del vento e, per misurarne la velocità, si fa passare l’aria prima da un foro e poi dall’altro. Il vento aziona così la ruota e fa alzare i pesi ad essa collegati in maniera direttamente proporzionale all’ampiezza del foro utilizzato per la misurazione.

Lo strumento può essere utilizzato anche per la misurazione della velocità dell’acqua.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno intagliato, rame, rame, ottone, corda
Misure
Altezza: 38.5 cm; Lunghezza: 47 cm; Profondità: 24.8 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, British Museum, f. 241
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000042

Anemometro a lamelle

Realizzato da
IBM Italia

1952

Leonardo, per individuare le condizioni atmosferiche più  adatte al volo librato, progettò questo strumento in grado di misurare la velocità del vento.

Il modello è costituito da una semplice struttura a forma di quarto di cerchio dotata di una lamella pendula e di un arco graduato. Spinta dal vento, la lamella devia dalla sua posizione verticale di riposo secondo un angolo proporzionale alla forza del vento stesso, misurabile sull’arco graduato.
Nelle note apposte al disegno, Leonardo evidenzia la necessità di affiancare a questo strumento un orologio per calcolare quanta strada può essere percorsa sospinti dalle correnti aeree in un determinato intervallo di tempo.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno intagliato, rame
Misure
Larghezza: 39.5 cm, Altezza: 40 cm; Profondità: 22 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 675 r
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000041
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Nell’ambito degli studi sul volo, Leonardo progetta questo strumento di bordo con cui il pilota poteva controllare la posizione della macchina volante rispetto al suolo e mantenere quindi l’equilibrio e l’inclinazione necessari durante le manovre di virata.

Il modello è formato da una base circolare sormontata da una campana di vetro all’interno della quale è appeso un piccolo pendolo. La centralità del pendolo durante il volo indicava al pilota la giusta posizione orizzontale della macchina volante rispetto al suolo. La campana serviva invece per evitare che il pendolo subisse alterazioni provocate da colpi di vento.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno intagliato/dipinto, vetro, corda di cotone
Misure
Altezza: 42 cm; Diametro: 36 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1058 r
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000039
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Per misurare l’umidità dell’aria, cioè la quantità di vapore acqueo contenuta nell’atmosfera, Leonardo ideò questo igrometro a forma di bilancia a due piatti.

Per utilizzare lo strumento si pongono da un lato della bambagia, sostanza igroscopica (che assorbe l’acqua), sull’altro della cera (materiale impermeabile) di peso identico. Quando l’aria è secca la bilancia resta in equilibrio mentre, con l’aumento dell’umidità, si inclina sempre di più dal lato del materiale igroscopico. La bambagia, infatti, assorbendo l’acqua contenuta nell’aria, si appesantisce mentre la cera conserva il peso iniziale. Il filo di piombo, situato al centro del dispositivo, indica di quanto l’asta che collega i due piatti si è inclinata segnando su di essa la variazione dell’umidità atmosferica.

Informazioni tecniche

Tipologia di opera
Modello
Collezione
Materiale
Legno intagliato/dipinto, rame, corda di cotone, bambagia, cera
Misure
Larghezza: 43 cm, Altezza: 41.2 cm; Base: 27.7 cm.
Luogo di conservazione
Rapporto con l’opera originale
Derivazione: Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 30 v
Numero d’inventario
N° scheda OA: 00000040
Collocazione
Museo Leonardiano, Castello dei conti Guidi, pianterreno

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri

Questo sito è protetto da reCAPTCHA. Si applica la Privacy Policy e i Termini di utilizzo di google.